01 Giugno 2018
Carati e once: le unità di misura dell’oro
Il carato è l’unità di misura che esprime la purezza dell’oro grazie a un’apposita scala che ne assegna un valore compreso tra 8 e 24 carati
Nel mondo greco prima e in quello arabo poi, con l’espressione kerátion o qirat si indicava il seme di carruba come riferimento per esprimere i carati dell’oro. Nell’antichità, infatti, si ipotizzava che i semi della pianta avessero tutti il medesimo peso (circa un quinto di grammo). Per questo, venivano usati per dare un valore all’oro.
Le carature
Esiste una scala dei carati per attribuire valore all’oro. Si parte da 8 e si arriva allo stato puro di 24 passando per 12, 14, 18 e 22. In gioielleria viene utilizzato con una purezza non superiore a 18. Questo perché una proporzione maggiore di oro ne renderebbe difficoltosa la lavorazione, visto che allo stato puro il metallo è troppo tenero. Per questo, è lavorato con altri metalli quali il rame o l’argento.
I millesimi di oro
I carati sono usati come unità di misura prevalentemente negli Stati Uniti. In Europa si è diffusa invece la misurazione dell’oro in millesimi, che indica le parti di oro puro contenute nel metallo su base millesimale. Pertanto, 24 carati corrispondono a 999 millesimi di grammo. Un carato è quindi corrispondente a 41,666 millesimi di grammo d’oro nella lega. La gioielleria italiana è generalmente a 18 carati, equivalenti alla presenza di 3 parti su 4 di oro, cioè 750‰ di oro e 250‰ di altri metalli.
L’oro di pesa in once troy
L’unità di misura ufficiale dell’oro è però l’oncia troy, pari a 31,103476 grammi. Impiegata già dall’Impero Britannico, è oggi la misura internazionale per il peso di metalli preziosi, gemme e polvere da sparo. Il nome del sistema di misura troy, in uso fin dal XIV secolo, potrebbe derivare dalla città francese di Troyes, dove nel Medioevo veniva impiegata come riferimento per le misurazioni ponderali nella locale fiera cittadina. In Gran Bretagna, l’oncia è stata adottata per la coniatura a partire dal 1527.